lunedì 16 marzo 2009

Tranquilli.. I'm still alive!

Qualcuno inizia a chiedermi se sono ancora vivo..
Come butta in quel di Melbourne? Domanda complessa
Il problema più grande rimane il lavoro, l’intera Australia ha aspettato che arrivassi per dichiarare che è in crisi.
In realtà ho trovato uno strocco di lavoro, anzi due.. ma non era certo quello che speravo.
Dopo due settimane che stavo cercando qualsiasi tipo di lavoro fulltime, (con qualsiasi intendo che ho lasciato i miei contatti anche a un’agenzia di onoranze funebri) mi sono rassegnato a farmi un giro per la famigerata Laygon Street.. il più grande quartiere italiano dell’Australia.
Immaginate una via lunga un paio di km con una 60ina di ristoranti e locali italiani (o presunti tali) dove ogni sera si riversa mezza Melbourne per dinner..
Ora, mentre in tutta l’Australia le leggi sono rispettate e temute, a Laygon st si è importato anche un certo modo di fare “made in Italy” per cui i lavoratori nei ristoranti sono in nero e sottopagati.
Ciò significa che lavoro in un ristornate imballatissimo di gente, per 8-9 ore al giorno senza break, per 12 $ praticamente senza mance (incredibile.. fanno la cresta anche su quelle)
Va bè, ieri sera ho fatto la prova in un altro ristorante, sempre nella zona ma che sembra un po’ più IN e che soprattutto mi ha promesso un lavoro a tempo pieno, vediamo se mi tengono intanto, stasera devo tornarci.

La cosa bella di questo lavoro è… la birra del dopolavoro! Insieme agl’altri ragazzi del locale ci fermiamo al “Notturno” il locale più sfigato perché chiude alle 4 dove si incontrano gli altri lavoratori di Laygon st, per metà italiani e per metà francesi, colombiani, tedeschi, iraniani ecc..
L’ultima sera, mentre ci raccontavamo la giornata lavorativa, ho avuto l’impressione di trovarmi in un circolo del dopolavoro in uso qualche anno fa dalle nostre parti.. potremmo quasi fondare un sindacato “The Waiters of Laygon Street” scioperi generali, rivolte per strada, sit-in in piazza ITALIA.. J
Sto continuando a cercare qualsiasi altra cosa sia un filino più sicura e meglio pagata .. “sicuri che non avete bisogno di uno che veste le salme? Di uno che piange ai funerali? Di uno che fa il morto?”

Intanto continuo a vivere nell’Urban Backpakers.. finchè non so che fine farò non cerco un’accomodation.. e poi non è così male dai
Basta adattarsi a vivere tra irlandesi ubriachi, cadaveri per le scale e toga party e si inizia quasi ad apprezzarlo. (oddio oggi è San Patrizio.. nooo!!)
Il buon Nicolino, mio prode scudiero, è partito a fruit keeping in un paesino in culo al mondo e io sono rimasto qui a riassaporare quel po’ di solitudine che mi ricorda il primo periodo di Sydney.
A dire il vero non è affatto spiacevole, anzi io quasi ci gioco e mi diverto ad ascoltare un po’ di musica malinconica, a passeggiare per le strade da solo, fermarmi in riva al fiume quando torno dal lavoro.. mi mancava di stare un po’ solo con me stesso mentre tutto il resto va avanti.
Una velata solitudine dove rispecchiarsi un po’, raccogliere un po’ le idee…

E poi quando sei solo è più facile conoscere persone ad esempio Dorian, un simpatico ragazzo francese anche lui sfruttato a Laygon street, Tessa una ragazza olandese in viaggio e un vecchietto completamente fuori di testa che non so come si chiami e cosa faccia nella vita ma ormai lo considero un vecchio amico
L’ho incontrato l’altro giorno, mentre stavo stillando la connessione internet direttamente dal bar dell’Urban alle 5 di mattina. Sento battere dalla porta finestra, alzo gli occhi e vedo questa sagoma di uomo, era un po’ trasandato ma non aveva l’aria di essere un homeless..
Lui inizia a farmi dei gesti con le mani come se stesse guidando e indicava con l’indice verso l’alto..
Gli faccio segno che non sto capendo e riabbasso la testa..
Ribussa alla finestra e la scena si ripete..
Riabbasso gli occhi, di gente strana se ne incontra parecchia, c’è un homeless in centro che disegna gli edifici della città e poi li vende per 2 euro.. non i disegni, gli edifici proprio! Dopo un pò finisci per non farci più caso.
Dopo un minuto però mi sento battere sulla spalle.. il vecchietto pazzo che non so come era entrato dentro..
Mi giro e lui continua a dirmi:
“North”
Io: “What?”
E lui, con l’aria di chi stava spiegando un teorema a un bambino “North, do you know what is north? South, Est, West and North” e con le dita segnava lentamente i punti cardinali
“Ah ok.. north”
E lui sempre con più calma: “I’m going to north, could you drive me?”
Non so perché mi ispirava così simpatia che gli ho offerto un po’ della mia birra.. e gli ho spiegato che non potevo accompagnarlo a nord.
Si è seduto, non mi ha più detto nulla.. ha sorseggiato la birra come se fosse nel bar sottocasa prima di andare al lavoro, poi mi ha ridato il bicchiere (lo avevo trovato li in terra..) e si è congedato con un sorriso.
Ieri l’ho rivisto mentre andavo al lavoro, mi ha guardato, sorriso ma non credo mi abbia riconosciuto..
Buona fortuna amico!

L’autunno si è iniziato a far sentire qui a Melbourne, da due settimane è brutto tempo e abbastanza freschino.. però devo dire che la città è quasi più affascinante così.
Mi manca un po’ casa? Si.
Mi manca l’abbraccio del mio amore e il suo sorriso.
Mi mancano gli amici, anche se non perdono occasione di mettersi in contatto con me e ogni volta mi fa un piacere della madonna
Mi manca la mia famiglia un po’ sparsa per il mondo.. però è bellissimo fare le conferenze a tre su skype Forlì-Melbourne-London
Ma anche la mancanza ha il suo aspetto positivo, da valore alle cose, il valore che ogni tanto rischi di dimenticare o di dare per scontato..
Mi manca anche la combriccola di Sydney.. ho passato delle giornate memorabili insieme a quei ragazzi!!
Spero di ribeccarvi presto boys! Un bacione



1 commento:

Anonimo ha detto...

tieni botta tiglietto!!!!!!! non molllllà!!!!